La memoria scomoda
“La memoria scomoda” è un'esposizione permanente all'interno della struttura dell'ex Ospedale Psichiatrico San Niccolò oggi sede dell'Università degli studi di Siena e mostra una selezione di immagini tratte dal fondo fotografico dell'Archivio Storico dell'ex Ospedale Psichiatrico San Niccolò.
Le fotografie esposte ritraggono tutti i pazienti internati nel 1932 (437 persone) e alcuni dei “residenti” nella struttura negli anni 10-30 del secolo scorso. A partire dal 1915 (e fino al 1969), per scelta del direttore dell'epoca, Antonio D'Ormea, la fotografia venne infatti introdotta quale strumento aggiuntivo per la compilazione delle schede nosologiche dei pazienti. La mostra si divide in tre sezioni, accompagnate in sottofondo dalla lettura di una lettera ritrovata, come tante altre che mai furono spedite, in una delle cartelle cliniche dell’archivio. Nella prima sezione sono esposti i ritratti di alcuni pazienti del San Niccolò dagli anni dieci agli anni trenta del novecento. Questa piccola selezione, tra le migliaia di foto presenti in archivio, vuole essere una finestra su una umanità reclusa del passato e suggerire, soprattutto nei dettagli secondari (gli sfondi, le vesti, le posture, i frammenti dei corpi di infermieri che talvolta si intravedono), quanto la fotografia fosse connessa a doppio filo ai dispositivi medico-disciplinari e istituzionali di controllo e internamento dell’Altro “folle”. Una seconda sezione mostra un utilizzo ancora più tecnico-medico della fotografia, che diviene strumento di indagine degli effetti di un particolare trattamento, la “cura bulgara”, su alcuni pazienti. L’ultima sezione espone tutte le fotografie degli internati del 1932 e si collega in questo modo al luogo scelto per la mostra. Il molino, infatti, è stato inaugurato in quello stesso anno. La sua costruzione rientrava all'interno del progetto di D'Ormea, in continuità con il concetto di manicomio modulare già avviato da Carlo Livi, di sviluppare vari padiglioni con funzioni specifiche legate alle diverse attività. La scelta di connettere luoghi e persone scegliendo una data (un numero) come punto di articolazione della loro relazione vuole essere un modo per riflettere sul rapporto conflittuale e contraddittorio, e spesso fonte di grandi sofferenze, tra progettualità e casualità, disciplinamento e soggettività, storia e individualità, persona e rappresentazione, che tanta importanza riveste nella traiettoria storica della reclusione manicomiale. La memoria scomoda vuole mettere in cortocircuito l'aspetto estetico del passato (le bellezza del luogo e la qualità fotografica delle immagini) con il suo portato etico e politico. |
I muri del mulino parlano, queste le loro parole: