Questo progetto è il risultato di un percorso che ha coinvolto varie persone di origine straniera in un laboratorio partecipativo con artisti, antropologi e operatori sociali. Siamo partiti dalla volontà di mettere in discussione le identità preconfezionate che, all’interno delle società europee, vengono attribuite ai migranti e che sono prodotte all’incrocio dei discorsi pubblici, dei media mainstream e dall’immaginario comune. Identità basate su pregiudizi che tendono a semplificare la complessità e varietà dei percorsi esistenziali e migratori delle singole persone e l’aspetto fluido e creativo proprio di ogni relazione umana. Abbiamo quindi lavorato assieme a persone giunte in Italia attraverso il mare, utilizzando vari linguaggi artistici in modo partecipativo per mettere in scena identità multiple e mutevoli in cui i soggetti stessi si potessero riconoscere e attraverso cui potessero raccontarsi. Il processo si è basato sul bagaglio esperienziale, materiale e immateriale, dei migranti, e più precisamente su ciò che abbiamo voluto definire “valigie digitali”, ovvero le sim del telefono che sono spesso l’unico oggetto che i migranti portano con sé durante il viaggio che li ha condotti dal loro Paese fino a qui. Queste sim e il loro contenuto sono la materia principale attraverso cui i migranti ricordano il proprio percorso, costruiscono le proprie aspettative e gestiscono il proprio vissuto quotidiano. Alì Wasif, Mohammed Ibrahim, Saturday Winner, David Abhuluimen, Kate Ernest ed Ernest Ariajegbe hanno incontrato Daniela Neri (fotografa), Giulio Aldinucci (compositore) e Tommaso Sbriccoli (antropologo) e assieme hanno lavorato sui materiali audiovisivi archiviati nella memoria dei loro telefoni o pubblicati sui social network, selezionandoli o rielaborandoli per produrre i lavori che sono qui visibili in parte. Le VALIGIE DIGITALI è un progetto realizzato da Verso Laboratorio Culturale nell’ambito di Siena Città Aperta con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Siena